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COSTUMI DI GURRO
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Gurro è il
paese della valle, e non solo della valle, dove il costume
femminile persiste tuttora con ricchezza di colore e
di composizione
Il costume vero e proprio è fatto di diversi “pezzi”.
Il “pezzo” più costante, indispensabile,
e più appariscente del costume è la barnasciä.
E’ una sottana che deve arrivare non più in
su del ginocchio. Per confezionare una barnasciä di
medio taglio sono necessari sei metri di stoffa, alta
settanta centimetri.
Sempre la barnasciä nella parte inferiore ha una
fodera chiamata semplicemente u da bàs, e una
parte superiore detta gjpùgn. La parte inferiore,
u da bis, è formata da una striscia di cotone
fiorato alta circa trenta centimetri, orlata da un nastro
listin fiorato anch’esso.
La parte superiore, gjpùgn o corpetto, è dello
stesso colore della barnasciä ed ha le maniche lunghe.
Una variante del gjpùgn era chiamato u case e
veniva usato d’estate, per essere privo di maniche.
Di particolare rilievo nel costume di Gurro è un
altro capo di vestiario, una specie di sotto-gonna, che
ha il caratteristico nome di barnäscin. Più che
di una sottogonna, si tratta di una seconda gonna.
Il barnäscin è fatto nella metà superiore
di stoffa quadrettata di tipo scozzese, la metà inferiore è di
percallo colorato e fiorato di colore rosa per le giovani
e celeste o blu per le donne più anziane.
Un terzo importante capo di vestiario è il grembiale,
skuns.
Completano il costume due elementi non indispensabili.
Lo scialle è detto sciälpin.
Il fazzoletto per la testa si chiama strasc. Ha una striscia
colorata davanti e ai bordi e termina con delle frange
di lana, i bräi du strasc; per il lutto è tutto
nero con delle frange di seta più lunghe.
Le donne portavano calze nere lunghe fino al ginocchio,
e calzavano i caratteristici pidù, che diversamente
dagli altri paesi non sono sinistri e destri.
Nell’abbigliamento femminile non mancavano i gioielli
e gingilli ornamentali. La più comune era una
collana, chiamata mülätä, moleta che consisteva
in un cordoncino nero con attaccati cuoricini curin e
altri simboli e veniva girata due volte attorno al collo.
Gli orecchini hanno il nome proprio di pendint ed erano
sempre d’oro, di forma allungata in modo che potessero
dondolare ad ogni momento ed ogni muovere del capo.
La pettinatura delle donne non richiedeva. studio particolare
ed era uguale per tutte le età. Consisteva in
lunghe trecce arrotolate ed affrancate con lunghi spilli
dietro la testa. Ancora oggi le anziane la usano.
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