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  ven.  26.04.2024 
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GLI SPAZZACAMINI

 

La Valle Cannobina è sempre stata la patria dello spazzacamino autentico, di quello che ha dato ispirazione a pittori, poeti e musicisti, anche se, con l’evoluzione dell’industria e dei sistemi di riscaldamento, gli spazzacamini si sono organizzati e oggi i rimasti in questo ramo di attività si sono fatti una posizione ed il loro lavoro è meno duro e più renumerativo.

Le zone frequentate dagli spazzacamini della valle erano le cittadine della bassa pianura novarese, Mortara, Biella, Bergamo, Monza e soprattutto Milano.

La partenza avveniva nei mesi autunnali e si faceva ritorno a casa all’inizio della primavera per aiutare la famiglia nei lavori agricoli.

Nel periodo di Natale, Pasqua e ferragosto, quando le fabbriche e le officine erano chiuse, gli spazzacamini dovevano pulire le caldaie. I bambini di sei o sette anni venivano portati in spalla o nel gerlo fino a Cannobio, perché non potevano affrontare un viaggio a piedi così lungo.

Arrivati a Cannobio, insieme ad altre compagnie di spazzacamini, partivano con i loro padroni per le varie destinazioni. Allora facilmente non si osservava la legge della obbligatorietà della scuola. Nei freddi inverni i piccoli spazzacamini si difendevano dal gelo coprendosi col sacco della caligine, sul quale, si racconta, si formava il ghiaccio provocato dal fiato.
Ai bambini era affidato il compito di portare raspa, spazzolone e attrezzatura per raccogliere la fuliggine. Dovevano risalire lungo il camino e, giunti alla sommità, gridare “Spazzacamino!”: così facevano capire di essere arrivati in cima e si poteva procedere alla pulitura. La paga era di una lira al giorno, e alla fine di ogni stagione veniva consegnata alla famiglia.

Al termine di ogni giornata lavorativa, i ragazzi portavano a casa la fuliggine, che veniva poi venduta per essere utilizzata come concime per fiori e verdure.

Gli spazzacamini frequentavano abitualmente le scuole serali fino alle ore 22. Di domenica andavano dalle suore, ove veniva celebrata la S. Messa e, al termine, offerto il caffelatte. A quei tempi lo spazzacamino era una persona ben vista, perché simbolo di porta fortuna; infatti, molto spesso la gente, alla vista di uno di loro, si fermava anche soltanto per toccare lo spazzettone.
A Natale, inoltre, regalava loro indumenti di vario genere, come camicie, calzini, fazzoletti ecc.

Alcuni spazzacamini della valle si misero in proprio e riuscirono, come avvenne per altri settori diversi di lavoro, a creare delle imprese, come ad esempio i fratelli Cerioli di Gurro. A Socraggio si ricordano i fratelli Pietro e Riccardo Ferrari, che tutti gli anni facevano la stagione a Magenta. I loro capi erano di Solgia. A Cavaglio non vi erano molti spazzacamini. Si ricorda Luigi Bigotta, detto Pizzzafigh, che andò in Olanda nel 1900 ma ben presto ritornò a casa e si sposò con una ragazza del paese. Si diceva in giro che, un giorno, pulendo un camino in una grande casa, avesse trovato nella cappa una borsa piena di soldi.

A Falmenta invece erano molti gli uomini che facevano lo spazzacamino. Tra di essi: Gaetano Milani; Gaudenzio Bianconi con i figli Luigi e Giosuè (andava spesso a Monza); Francesco Bianconi, con Luigi, Emilio e Amedeo; Pietro Zanni detto Rat; i membri della famiglia Grassi che andavano perlopiù a Milano. Franco Milani andava a Casale Corte Cerro; Giuseppe Milani e Vittorio Grassi a Mortara e Novara; Giovanni e Antonio Zanni a Bergamo; Domenico Grassi detto Remìgin a Monza; Antonio Minoletti e alcuni Zanni, originari di Solgia (i Martìtt).
Prima dell’ultima guerra mondiale, partirono da Spoccia due imprese di spazzacamini: una, con a capo il sig. Amedeo Solferini, andò a Brescia, l’altra con a capo il sig. Emilio Sonetti, a Lodi. I loro componenti erano in maggioranza ragazzi dai dieci anni in avanti. Tra questi: Gildo Dellamora, Vittorio Della mora, Antonio Solferini, Mario Della mora, Emilio Solferini e altri.
A Cursolo si ricordano in particolare Ambrogio Minoggio e Giuseppe Milani, che si recavano nell’astigiano, negli anni 1918-20, 1 10-11 anni di età.

A Gurro furono moltissimi gli spazzacamini, con meta preferita a Milano. Ecco alcuni nomi: Antonio e Battista Fioravanti, Luigi e Vittore Bergamaschi, Carlo Bergamaschi, che aveva una gamba di legno a causa di un incidente avvenuto nel bosco e per risalire i camini se la toglieva. Altri ancora furono: Carlo, Giovanni e Pietro Cerioli; Angelo, Antonio, Battista, Emilio, Guglielmo, Luigi, Rocco e Salvatore Dresti; Patrizio Patritti; Guglielmo, Pietro e Guido Porta, invalido della seconda guerra mondiale.




 


 








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