Nel
1748, a seguito del trattato di Worms, Cannobio e la valle divennero
piemontesi, ceduti ai Savoia dagli Austriaci che regnavano sulla Lombardia.
I legami con Milano non furono tuttavia recisi: il rito ambrosiano
nellambito ecclesiastico vige tuttora a Cannobio e questa riva
restò luogo eletto di villeggiatura dei milanesi (per antica
tradizione giacché a Cannobio si rifugiò e trovò
ospitalità Ottone Visconti, arcivescovo di Milano, rotto in
battaglia e fuggiasco nel 1276). In epoca napoleonica fu istituita
una Guardia Nazionale, anche nei paesi della valle, che sopravvisse
alle vicende politiche successive ed ebbe il proprio momento di gloria
nei giorni della difesa di Cannobio nel 1859. Alla fine del maggio
di quellanno con il concorso di tutta la popolazione scesa
in armi, erette barricate sulla piazza a lago e piazzato un
vecchio cannone sulla punta di Amore (allingresso meridionale
del paese) fu respinto vittoriosamente un grande attacco portato da
piroscafi da guerra austriaci salpati dalla sponda lombarda. Tre anni
dopo Garibaldi trovò il tempo di fare una scappata a Cannobio
per portare i propri complimenti con fervida parola facendo
gonfiare il petto e luccicare gli occhi ai patrioti nostri. Lottocento,
secolo degli opifici, vide anche a Cannobio impiantarsi un grande
setificio che occupava qualche centinaio di operai e fanciulle,
isolata testimonianza della rivoluzione industriale in questa
regione.
Il capitolo della Resistenza, infine, fu scritto in queste terre con
un notevole tributo di sangue. In molti ricordano ancora le forche
erette per rappresaglia dai nazisti sul lungolago di Cannobio e i
tanti morti rimasti sulle montagne della Cannobina. Cannobio fu il
primo (ed effimero) territorio liberato dellalto Verbano e dellOssola,
i partigiani vi entrarono il 2 settembre del 44. Fu riconquistato
dalle forze nazi-fasciste il 9 settembre, giorno in cui i partigiani
trattavano la resa del presidio di Domodossola. Per ciò il
confine della Repubblica dellOssola fu stabilito a metà
valle, a Ponte Falmenta
Il resto è storia doggi. Cannobio ha conosciuto un forte
flusso di immigrazione, particolarmente dal meridione; la valle, per
converso, ha perso gran parte della sua popolazione.
Lantico borgo, già nobile e mercantile,
vive oggi una situazione economica e sociale complessa
e per molti aspetti contraddittoria. Significativi a
tal proposito sono i fenomeni del frontalierato che
quotidianamente sposta oltre il confine larga parte
della popolazione. e la babele linguistica in cui si
trasforma Cannobio per buona parte dellanno e
che copre una latitudine che va dallolandese al
siciliano al danese.
Si troverà nel patrimonio storico e nella ricchezza ambientale
(tanto più per la valle) la strada che apra nuove prospettive?
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