Chiesa Parrocchiale di S. Pietro a Crealla
Documentazione tratta dal libro: Patrimonio Culturale
e Religioso della Valle Cannobina - di Cirillo Bergamaschi - Virgilio
Bergamaschi - Aquilino Zammaretti, pag. 64-65-66
L'origine risale ad una primitiva cappelletta dedicata a
San Pietro costruita verosimilmente nella prima metà del 600 dal
primo valligiano che s'insediò sul posto. Si ha memoria della successiva
trasformazione in "Oratorio" attorno all'anno 1700 quando venne
istituita una "Cappellania" nella frazione.
Questa restava tuttavia incorporata nella Parrocchia di Falmenta e colà
ordinariamente la colazione doveva recarsi, specialmente per le funzioni
festive.
Venne
eretta la parrocchia autonoma indipendente nel 1759 dal Card. Pozzobonelli,
arcivescovo di Milano, a conclusione della Visita Pastorale.
Il decreto relativo alla costruzione della chiesa emanato dal papa Clemente
XIII (1758-1769). Supponiamo che si sia ampliato il precedente oratorio
senza troppi indugi e che quindi questi lavori siano da collocare negli
anni immediatamente successivi al 1760.
L'ingresso della chiesa era dalla parte
di levante, sul lato opposto la cappella con l'altare, dubitiamo però
che non quello fosse l'altare maggiore, e quale fosse l'orientamento del
tempio: se nord-sud o se est-ovest.
Antistante al lato volto a mezzogiorno,
lo spazio che oggi è sagrato e piazza, era il loro cimitero. Nel
medesimo si trova tuttora al suo posto la colonna di granito, sormontata
dalla croce: nel dado del basamento porta la data 1793. Quella colonna
e quella croce vegliarono però pochi anni sui morti, poichè
nel 1807 il cimitero fu rimosso e trasportato dove oggi si trova, lontano
dalla chiesa.
Nel 1823 fu costruito il campanile.
Anno di memorabili lavori e forse di nuove
importanti trasformazioni fu il 1835. Questa è la data che ancora
intatta si trova sulla sommità dell'attuale facciata. La stessa
ritroviamo sul lunotto della cappella di San Giuseppe e fu incisa persino
sul legno e sul metallo di non poche suppellettili sacre.
Libero ormai lo spazio dell'ex cimitero,
diventato piazza, costruita la nuova facciata, restò costituito
l'ingresso principale da mezzogiorno, e facilmente anche il nuovo orientamento
nord-sud, come ancora al presente.
Dopo di ciò per quasi cento anni sembra non ci sia niente da segnalare.
Si giunge per tanto al 1936, anno in cui ricomincia tutta una nuova serie
di considerevoli lavori.
Si inizia all'esterno con lo sgombero della
terra a monte, lungo la fiancata e nella parte posteriore al fine di rendere
la chiesa completamente libera tutt'attorno e protetta dagli scoli.
Nel 1937 per semplificare e armonizzare le
linee della navata fu murato l'antico ingresso da levante e sul lato opposto
fu demolita la cappella.
Sulle due pareti liberi e uniformi, si aprirono due grandi finestroni
per lato, e, tra i finestroni, una bella nicchia. Tutto in perfetta simmetria.
Al 1937 risale pure la costruzione del vano riservato agli uomini, tra
il presbiterio e la cappella di S. Giuseppe. Per darle la comunicazione
fu abbattuta quasi interamente la parte del presbiterio e aperto un grande
arco. Per agevolare poi l'ingresso direttamente senza passare dalla navata,
fu praticato un passaggio, quello presente, dalla cappella di S. Giuseppe.
A coronamento di queste trasformazioni, nel
1938, si provvide a rifare di sana pianta la copertura del tetto. E, supponendosi
ormai garantiti dalle infiltrazioni d'acqua e dall'umidità, fu
rifatto al completo l'intonaco interno e si fecero decorare da un bravo
artista le pareti e le volte.
All'interno la chiesa è costituita di una navata, larga cinque
metri e mezzo e profonda una quindicina il presbiterio è leggermente
più ristretto e profondo sui cinque metri.
Ai lati della navata, immediatamente prima del presbiterio, si aprono
due ampi vani, uno di qua e l'altro di là con due cappelle laterali
: la Madonna e S. Giuseppe.
Sostanzialmente quindi il piano interno
del tempio corrisponde a una croce latina. Senonchè è da
aggiungere la sacrestia che ricopre il quadro tra la cappella della Madonna
e il presbiterio, mentre il corrispondente riquadro dalla parte opposta
è occupato dal vano destinato agli uomini. All'esterno tutti questi
particolari risultano abbastanza distinti salvo che dalla parte posteriore
dove le distinzioni vengono quasi annullate in un'unica liscia parete.
Il piano occupato dall'intero fabbricato
si potrebbe descrivere approssimativamente entro due quadrilateri regolari
disposti sul medesimo asse centrale.
Il primo di m. 7x10, il secondo di m. 14x12: nel primo il blocco anteriore
della navata; nell'altro la parte rimanente della navata con ai due lati
le due cappelle, e successivamente il presbiterio, affiancato di qua e
di la, dalla sacrestia e dal vano degli uomini.
L'orientamento è sulla linea nord-sud,
con la facciata volta a mezzogiorno. Si eleva su di un breve ripiano che
interrompe il declivio della montagna, digradante da ponente a levante.
Davanti alla facciata si apre il sagrato e la piazza, non vasta, ma neppure
angusta. All'angolo della piazza, a due metri dallo spigolo della facciata,
a monte, isolato, il campanile.
Il campanile è alto oltre 25 m.
la chiesa, all'interno, dal pavimento al soffitto circa 6 metri, più
altri metri 2,5-3 per giungere al culmine del tetto.
La facciata arieggia un po' pesantemente il toscano classico.
Due lesene, una per parte, con basi a capitello, sorreggenti la trabeazione,
sormontata da un timpano che prende tutta la larghezza. Il blocco della
facciata è spesso più di un metro, sporge oltre i muri laterali
retrostanti e sovrasta il tetto di circa due metri.
Tutte le opere sono di calce e di sasso, intonacati sia all'interno che
all'esterno. I soffitti sono: nella navata piano, di legno; nel presbiterio
e nelle cappelle, nel vano degli uomini e in sacrestia, a volta e intonacati.
N.B. Crealla anche se frazione del Comune
di Falmenta è Parrocchia autonoma.
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