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  mer.  24.04.2024 
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Chiesa Parrocchiale di S. Pietro a Crealla
Documentazione tratta dal libro: Patrimonio Culturale e Religioso della Valle Cannobina - di Cirillo Bergamaschi - Virgilio Bergamaschi - Aquilino Zammaretti, pag. 64-65-66

L'origine risale ad una primitiva cappelletta dedicata a San Pietro costruita verosimilmente nella prima metà del 600 dal primo valligiano che s'insediò sul posto. Si ha memoria della successiva trasformazione in "Oratorio" attorno all'anno 1700 quando venne istituita una "Cappellania" nella frazione.

Questa restava tuttavia incorporata nella Parrocchia di Falmenta e colà ordinariamente la colazione doveva recarsi, specialmente per le funzioni festive.

Venne eretta la parrocchia autonoma indipendente nel 1759 dal Card. Pozzobonelli, arcivescovo di Milano, a conclusione della Visita Pastorale.
Il decreto relativo alla costruzione della chiesa emanato dal papa Clemente XIII (1758-1769). Supponiamo che si sia ampliato il precedente oratorio senza troppi indugi e che quindi questi lavori siano da collocare negli anni immediatamente successivi al 1760.

L'ingresso della chiesa era dalla parte di levante, sul lato opposto la cappella con l'altare, dubitiamo però che non quello fosse l'altare maggiore, e quale fosse l'orientamento del tempio: se nord-sud o se est-ovest.

Antistante al lato volto a mezzogiorno, lo spazio che oggi è sagrato e piazza, era il loro cimitero. Nel medesimo si trova tuttora al suo posto la colonna di granito, sormontata dalla croce: nel dado del basamento porta la data 1793. Quella colonna e quella croce vegliarono però pochi anni sui morti, poichè nel 1807 il cimitero fu rimosso e trasportato dove oggi si trova, lontano dalla chiesa.
Nel 1823 fu costruito il campanile.

Anno di memorabili lavori e forse di nuove importanti trasformazioni fu il 1835. Questa è la data che ancora intatta si trova sulla sommità dell'attuale facciata. La stessa ritroviamo sul lunotto della cappella di San Giuseppe e fu incisa persino sul legno e sul metallo di non poche suppellettili sacre.

Libero ormai lo spazio dell'ex cimitero, diventato piazza, costruita la nuova facciata, restò costituito l'ingresso principale da mezzogiorno, e facilmente anche il nuovo orientamento nord-sud, come ancora al presente.
Dopo di ciò per quasi cento anni sembra non ci sia niente da segnalare. Si giunge per tanto al 1936, anno in cui ricomincia tutta una nuova serie di considerevoli lavori.

Si inizia all'esterno con lo sgombero della terra a monte, lungo la fiancata e nella parte posteriore al fine di rendere la chiesa completamente libera tutt'attorno e protetta dagli scoli.

Nel 1937 per semplificare e armonizzare le linee della navata fu murato l'antico ingresso da levante e sul lato opposto fu demolita la cappella.
Sulle due pareti liberi e uniformi, si aprirono due grandi finestroni per lato, e, tra i finestroni, una bella nicchia. Tutto in perfetta simmetria.
Al 1937 risale pure la costruzione del vano riservato agli uomini, tra il presbiterio e la cappella di S. Giuseppe. Per darle la comunicazione fu abbattuta quasi interamente la parte del presbiterio e aperto un grande arco. Per agevolare poi l'ingresso direttamente senza passare dalla navata, fu praticato un passaggio, quello presente, dalla cappella di S. Giuseppe.

A coronamento di queste trasformazioni, nel 1938, si provvide a rifare di sana pianta la copertura del tetto. E, supponendosi ormai garantiti dalle infiltrazioni d'acqua e dall'umidità, fu rifatto al completo l'intonaco interno e si fecero decorare da un bravo artista le pareti e le volte.
All'interno la chiesa è costituita di una navata, larga cinque metri e mezzo e profonda una quindicina il presbiterio è leggermente più ristretto e profondo sui cinque metri.
Ai lati della navata, immediatamente prima del presbiterio, si aprono due ampi vani, uno di qua e l'altro di là con due cappelle laterali : la Madonna e S. Giuseppe.

Sostanzialmente quindi il piano interno del tempio corrisponde a una croce latina. Senonchè è da aggiungere la sacrestia che ricopre il quadro tra la cappella della Madonna e il presbiterio, mentre il corrispondente riquadro dalla parte opposta è occupato dal vano destinato agli uomini. All'esterno tutti questi particolari risultano abbastanza distinti salvo che dalla parte posteriore dove le distinzioni vengono quasi annullate in un'unica liscia parete.

Il piano occupato dall'intero fabbricato si potrebbe descrivere approssimativamente entro due quadrilateri regolari disposti sul medesimo asse centrale.
Il primo di m. 7x10, il secondo di m. 14x12: nel primo il blocco anteriore della navata; nell'altro la parte rimanente della navata con ai due lati le due cappelle, e successivamente il presbiterio, affiancato di qua e di la, dalla sacrestia e dal vano degli uomini.

L'orientamento è sulla linea nord-sud, con la facciata volta a mezzogiorno. Si eleva su di un breve ripiano che interrompe il declivio della montagna, digradante da ponente a levante.
Davanti alla facciata si apre il sagrato e la piazza, non vasta, ma neppure angusta. All'angolo della piazza, a due metri dallo spigolo della facciata, a monte, isolato, il campanile.

Il campanile è alto oltre 25 m. la chiesa, all'interno, dal pavimento al soffitto circa 6 metri, più altri metri 2,5-3 per giungere al culmine del tetto.
La facciata arieggia un po' pesantemente il toscano classico.
Due lesene, una per parte, con basi a capitello, sorreggenti la trabeazione, sormontata da un timpano che prende tutta la larghezza. Il blocco della facciata è spesso più di un metro, sporge oltre i muri laterali retrostanti e sovrasta il tetto di circa due metri.
Tutte le opere sono di calce e di sasso, intonacati sia all'interno che all'esterno. I soffitti sono: nella navata piano, di legno; nel presbiterio e nelle cappelle, nel vano degli uomini e in sacrestia, a volta e intonacati.

N.B. Crealla anche se frazione del Comune di Falmenta è Parrocchia autonoma.

 

 


 








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