Verso Finero le Rocce del Gridone, frastagliate ed inaccessibili,
interrotte da guglie e torrioni precipitano sul magico e spettrale
Piano delle Streghe, dominato da strapiombati
e sbrecciati campanili. Il crinale, ora meno severo, prosegue con
la brulla e cespugliata costa della Torriggia e culmina con lomonima
cima, ottimo belvedere sullalta valle, divallando successivamente
verso il Pian di Sale con il boscoso e coniferato displuvio della
Colmine.
Poco sopra il pianoro, sede duna torbiera attiva, il
passo dello Scopello (m 967) intarsiato da una strada carrozzabile,
segna linizio geografico della Val Vigezzo.
Superato il valico la dorsale riprende regolarmente ad innalzarsi
con alternanza di boschi e pascoli, sino alla Cima.
Il crinale, divenuto erboso, ma sempre più impervio e scosceso
dopo le vette del Mater e dei Fornaletti, tocca gli aridi e cariati
Denti di Cortechiuso che sovrastano lomonima bocchetta,
affacciandosi sulla Val Loana, una tributaria della Val Vigezzo,
confine occidentale della Cannobina.
A sud lorografia si ripropone più accidentata; spartiacque
con la Val Pogallo, una diramazione della Val Grande, corre una
cresta rocciosa e intricata intervallata da un susseguirsi di selle
e di vette: il Cimane di Cortechiuso, il Marsicce, la Bacchetta
di Terza, il Torrione, la Piota, la Zeda.
La
pendice ora spartivalle con lIntrasca,di nuovo
poco scabrosa, diviene erbosa col monte Vadà e col Bavarione,
anche boscosa, col monte Spalavera e infine decisamente collinare
con le ultime alture ormai a ridosso del Verbano: Cima
lAlpe, Pian Bello, Carza.
Ai piedi di questultimo dosso, nel lago, a trecento metri
dalla battigia su due scogli rocciosi, sergono solitari e
attrattivi i cinquecenteschi Castelli di Cannero
fatti edificare dai fratelli Malpaga, detti anche Mazzarditi.
Più a nord sincontrano la recente e moderna Carmine
Inferiore dominata dallantica Carmine Superiore che spicca
su un promontorio roccioso.
Doppiata la Punta Creda, rieccoci in vista della piana alluvionale
originata dal torrente Cannobino, sul cui bordo, in un azzeccato
connubio di tonalità cromatiche, si ripetono e si alternano
gli edifici signorili e popolari di Cannobio, sullo sfondo Traffiume,
in uno scenario che sfuma allOrrido di SantAnna, bastione
dingresso alla Cannobina.
Al suo interno angusto e cupo, tantè inciso ed eroso
il solco vallivo, tra gole e burroni, nelle zone più solatie,
su speroni e picchi rocciosi, raccolti nei pochi pianori, o distesi
lungo i versanti più assolati, sorgono i diversi centri della
Cannobina: Cavaglio, Gurrone, Spoccia, Orasso, Cursolo
e Finero sulla sinistra idrografica; Socraggio, Crealla, Falmenta
e Gurro sulla destra.
Lungo il fondovalle dove si snoda e sinerpica la carrozzabile,
si incontrano solo minuscoli nuclei: Ponte Socraggio, Nivetta,
Lunecco, Ponte Falmenta, Ponte Spoccia, Airetta, Creves.
La Valle Cannobina, i suoi panorami ei suoi scenari, si aprono e
si ampliano con laumentare dellaltimetria alla quale
fa riscontro il recupero della fisionomia dovuta allorigine
glaciale; qui sono nati i monti, gli alpeggi
ed i pascoli, teatro della vita del passato.
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